Volare

Ero stanca, appiccicosa e irritata. Avevo staccato dal lavoro alle tre, avevo attraversato la mia solita odissea quotidiana sui mezzi pubblici e alla fine avevo incontrato Cathrine e Sarah a Piazza di Spagna, poi le avevo riaccompagnate a Termini, avevo comprato due libri, una pizza e delle patatine da spizzico e Marco e gli altri non erano ancora partiti.

Perché? Sapevano bene che sarei stata ad aspettarli per tutto il pomeriggio… perché non partire almeno un oretta prima per raggiungermi?

Ero stanca, appiccicosa e irritata e li aspettavo seduta su una panchina davanti ai cancelli della tribuna Tevere allo stadio olimpico. Mangiavo la mia pizza ormai fredda e le patatine al sapore di gomma arabica, leggendo un libro di cui magari presto parlerò.

I primi ad arrivare sono stati Stephanie e suo marito insieme ai loro due bambini.

Non ero mai stata all’olimpico e l’idea di entrarci per qualcosa di diverso da una partita di calcio o da un concerto mi ha riempita di orgoglio.

Golden Gala di atletica.

Varcando i tornelli dello stadio sapevo che avrei visto star dello sport come irving Saladino, Jeremy Wariner e Lashawn Merritt, ma non immaginavo che li avrei visti a due passi da me

mentre Renee Felton, la mamma coach Adndrew Howe , osservava attenta le performance del campione del mondo di salto in lungo, elargendo autografi alla folla di ammiratori che aveva attirato intorno a sé.

Pistorius non ha raggiunto il suo obbiettivo, in compenso ovunque vada riscuote meritatamente l’affetto del pubblico e migliora il suo tempo.

Poi arriva qualcosa di totamente inaspettato: il record mondiale di salto con l’asta. Yelena Isinbayeva, bellissima, il corpo perfetto scolpito dal duro allenamento prova a superare il record mondiale di 5 metri e 01. Non proverà i 5 metri e 02, fallito troppe volte, lei passerà direttamente ai 03 e dopo aver tentato un paio di volte e aver ripreso concentrazione stesa a terra, con le gambe sollevate e un asciugamano in faccia, Yelena si rialza, si prepara e spicca il volo.
Ce la fa! Un boato si alza dagli spalti e rimbomba su Roma, sull’Italia, sul mondo… arriva fino a Pechino.

Io ho detto a Elisa che mi sarebbe piaciuto ci fosse stato anche papà, lui che mi portò da piccolissima a vedere Sara Simenoni.

Poi la corsa trionfale della russa, il discorso in italiano (si allena a Formia) ed eravamo fuori dallo stadio, fuori dal complesso olimpico, fuori da Roma.
In macchina ho chiuso gli occhi.

Poi a casa una doccia ed il sonno profondo.
Stamattina il primo pensiero è andato in alto, almeno cinque metri e tre oltre la tristezza.