cuori e basta
Maggio 28, 2008

L’altro giorno dicevo a Valeria che sono fatta così, quando mi avvicino ad un argomento che mi interessa tendo ad approfondirlo più che posso.

E’ stato così per il caso Moro, ed è stato da qui che è cominciato un viaggio che mi ha portato fino al libro di Luca Telese “Cuori Neri”.

In treno apro questo librone ingombrante dalla copertina nera, che già a portarlo in borsa ne senti il peso, non solo fisico.

Io sono di sinistra, credo in alcune cose ed alcune altre che arrivano da destra non mi appartengono, ma ora, arrivati al punto in cui siamo che è uno dei tanti punti di non ritorno della storia della “mia” corrente politica, ho sentito l’esigenza di andare a vedere con i miei occhi quale altro fondo arrivammo a scavare e da quale armadio vengono gli scheletri che infestano la politica attuale.

Sono del settantasei, dunque pur essendo nata negli anni settanta sono una di quelli che non li ha mai vissuti; è anche per ricostruire la mia storia personale che sono andata a curiosare tra le pagine di quel tempo affascinante e terribile.

Cuori Neri l’ho comprato perché qualche mese fa, passando con l’autobus attraverso il quartiere Trieste a Roma, lessi delle grosse scritte che commemoravano la morte di due ragazzi: uno si chiamava Francesco e l’altro Paolo. Seppi in seguito che si trattava di Francesco Cecchin, morto il 16 giugno del settantanove e di Paolo Di Nella, morto il 2 febbraio dell’ottantatrè.

Mi incuriosì la fierezza che si carpiva da quei caratteri affissi sui muri, come si trattasse dell’epitaffio per due eroi o martiri.
Non so se ci sia dell’affetto in quelle scritte o se si tratti a loro modo soprattutto di manifesti politici.
Sta di fatto che quelle parole arrivano dritte dove devono e costringono un quartiere, una città e persino una forestiera come me a ricordare, a informarsi, a soffrire ancora.
E persino a sussurrare un grazie.