Ecco fatto, la giapponesina ha cantato in equilibrio sui suoi sandali di legno, avvolta in un kimono giallo perfetto per la Butterfly.
Ho presentato il libro di papà, in mezzo alla gente ce n’era tanta che lo conosceva bene e che ne ha fatto un ricordo commosso, rotto dall’emozione, con le mani e la voce tremanti.
Io invece sorridevo, mi sono sentita sicura, proprio come sarebbe piaciuto a lui.
Ora che sono a casa, da sola, senza più musica né parole, faccio il conto delle cose che mi restano dopo stasera: un mazzo di fiori, un ciondolo d’acciaio, le strette di mano e una poesia firmata dagli amici di papà, che dice che ci manca.
Ora che sono a casa, da sola, senza più musica né parole, senza la sicurezza ed il sorriso, posso piangere un po’ anche io.
Perchè lo so che non sono mai stata davvero come sarebbe piaciuto a lui, anche se ci ho provato tanto.