Sono scarica, spenta, una causa persa.
Insomma, un giorno si e uno no; il sole e poi la pioggia e se ieri stavo bene e sorridevo alla vita, oggi ho il magone.
Non c’è luce, fa anche freddo e mi dispiace per chi legge e si deprime, ma non posso mica preoccuparmi anche del cattivo umore altrui!
Non mi starà per caso arrivando la febbre?
Mi sento un po’ strana, con la testa che evapora. I pensieri invece sono pesanti.
E’ da stamattina che mi viene in mente l’ospedale di Isernia, quello dove venne ricoverato papà dopo il primo infarto.
Tra l’altro non riesco a capire perché; generalmente sono capace di stare dietro ai miei voli pindarici, ma oggi no.
Mi ricordo della prima volta che andai ad Isernia; mi ricordo quel viaggio col cuore in gola, senza sapere che diavolo stava succedendo.
Ma fa troppo male ricordare certe cose e mi viene il sospetto che non sia io a ricordare, ma che ci sia qualcosa di magico o soprannaturale ad obbligarmi a farlo.
Il fatto è che non trovo senso né risposte nei ricordi, solo dolore.
Probabilmente mi pongo le domande sbagliate, oppure è giusto che io soffra.
Ma si che è giusto, capita a tutti, a chi più, a chi meno.
Solo che adesso non c’è nulla che vorrei.
Non ci sono neppure parole che mi piacerebbe ascoltare o abbracci o musiche.
Mi va bene stare sola, aspettare che passi, sognare un poco ad occhi aperti.
E fare le solite cose, con i soliti vestiti ed i capelli arruffati.
Comoda, pratica, presente.
Mi riprenderò il mio giorno piano piano; prima che finisca o anche dopo, importa poco.