Archive for ottobre 2008

meme a mano
ottobre 31, 2008

 

pepe... hai visto? a tutto c’è soluzione!

Ora la palla la passerei a Oscar

vortice polare
ottobre 30, 2008

Ieri nubifragio! Mi hanno raccontato di ombrelli che volavano via dalle mani, di vento che spostava le persone (persone magre suppongo) e attimi di panico e smarrimento per le strade di Roma. Io, ormai tornata ad Arce, sentivo il temporale dalla finestra della camera da letto, con le persiane chiuse, ma evidentemente non abbastanza da lasciare fuori il turbamento che generalmente provoca il mal tempo quando è furioso come ieri.

E’ per questo che si chiamano turbolenze? perché sovvertono l’ordine armonico degli elementi e finiscono per toccare anche le corde dell’animo umano, plasmato con l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco? 

Silvia in Chat mi diceva “chiudi tutto“. E’ vero, si può chiudere tutto per non sentire il vento, la pioggia, per non vedere lo scoppio metallico dei lampi, ma nel profondo ognuno può avvertire distintamente la forza eccezionale degli agenti atmosferici.

L’energia del vento spinge oltre le mura, l’umidità penetra l’epidermide, il buio entra persino negli occhi di chi non guarda e come inchiostro si espande fin dove trova spazio.

Quello che si prova è un’estasi malinconica che parte dalla sensazione di impotenza di fronte al tempo, inteso come unità di misura irreversibile, che una volta passato non può più essere vissuto e inteso come onda atmosferica, indomabile, irreprimibile, quasi del tutto imprevedibile.

La metereologia è la manifestazione fisica del tempo che passa, il suo corpo, scomposto in elementi (aria, acqua, terra e fuoco), elementi che ricomposti nelle giuste proporzioni formano l’uomo. Il tempo siamo noi.

Maledetta me e la mia indole autunnale, per la quale è comunque inutile chiudere tutto.

La Finestra
ottobre 29, 2008

Sto per addormentarmi. Certo, ho anche sonno, io ho sonno più o meno sempre, ma soprattutto devo dormire e basta, che domani si riparte.

Intanto scrivo, anche se sono stanca, anche se mi fa male la schiena a causa della lezione di ieri, anche se non c’è niente che mi prema scrivere oggi in particolar modo. però scrivere – che lo si faccia bene o male – è come aprire la finestra per prendere una boccata d’aria e nel frattempo ritrovarsi a guardare un panorama che si conosce, ma nel quale appare un elemento nuovo, inaspettato.

Quindi scrivo e cerco di ricordare il bel sogno della scorsa notte in modo da ripartire da lì, se possibile.

La ruota
ottobre 28, 2008

E’ arrivato l’autunno, o l’inverno, qualcosa però è arrivato. Lo si sente dalla temperatura, lo si nota nei colori, in quella triste scala di grigi che avvolge le giornate dalla mattina fino alla sera.

E’ arrivato il momento del secondo ciclo di chemio per Concetta e insieme è finita la tregua con la malattia e gli effetti collaterali ed è iniziato, ancora una volta, il periodo dei dubbi e della paura.

Marco è atterrato, a quest’ora sarà già a casa, tra cinque minuti io sarò a casa sua.

Tutto è un continuo arrivare e ripartire di sentimenti, stagioni e persone.

E poi ancora una volta ho indovinato in un secondo la parola della ghigliottina di Carlo Conti, tanto che mamma vuole spedirmi in TV come concorrente. E’ la legge del contrappasso che mi tocca, dopo averla tormentata per anni chiedendole di andare alla ruota della fortuna di Mike Bongiorno.

tutto quello che avrei voluto …
ottobre 27, 2008

Di ritorno dalla lezione di step, di ritorno da Roma, di ritorno da una cena nervosa, di ritorno da una giornata No.

Marco è volato a Milano all’improvviso mentre io mi facevo il mio lentissimo viaggio in treno. Ho provato a dormire e ho dormito bene, lottando con la bocca che si spalancava nonostante tutti i miei sforzi. Poi è arrivato un vecchietto sordo, che come ogni vecchietto sordo aveva una gran voglia di parlare e di parlare ad alta voce. 

Quando un vecchietto sordo si mette a chiacchierare con una vecchietta di origine calabrese, ecco, io mi sveglio inesorabilmente.

Oggi sono stata tentata di mollare il lavoro al suo destino e di unirmi ai facinorosi universitari e liceali che manifestavano in giro per Roma.

Mandare affanculo i politici con i coretti da stadio, far sventolare le bandiere del Che, fare lezione all’aperto col cornetto in una mano e il cappuccio nell’altra e siamo tutti fratelli e Gelmini cambia lavoro, cambia città, cambia paese, me ne torno a casa a guardare uomini e donne ma voi continuate.

Tutto questo non ha prezzo, o forse si.

scusami blog
ottobre 26, 2008

Devo scrivere, è buio perché è cambiato l’orario e forse anche perché è cambiato il clima. Devo scrivere perché ho visto un brutto film e lo devo dimenticare, devo scrivere perché sto aspettando la fine di un upload, devo scrivere perché in TV c’è Fede, devo scrivere perché non ho Fede nella TV.

Dunque scrivo, ma scrivo le solite cose, cioè che domani lavoro, che prendo il treno, che speriamo vada tutto bene.

Da domani mi compro il giornale tutti i giorni, compro più di un giornale. da domani comincio la dieta, comincio lo shopping costruttivo, comincio a fare yoga.

Da domani comincio un restyling psicofisico, comincio una vita nuova, senza scomodare Dante Alighieri. Da domani magari comincio a scrivere un libro, così quando sono nervosa non ho più bisogno di tormentare il mio blog.

quanti eravamo non si sa
ottobre 26, 2008

Ho manifestato. Sono arrivata a piramide e ho scoperto che la fermata Circo Massimo era chiusa, così ho tirato fino al Colosseo. Lì mi hanno letteralmente investita chilometri di lenzuoli tricolore del PD ed ho capito che avrei dovuto continuare in corteo. Bene, ho detto.

facevo foto, facevo video, tutti facevano foto e facevano video e così pensavo: ecco, anche loro hanno un bolg o facebook a cui rendere conto, invece forse, magari, hanno solo un archivio dei ricordi.

Ricordo una gran folla colorata, ragazzi ma anche tanti anziani, giornali per terra, le voci al megafono, i cori, sigarette, sigari, qualche pipa, cartelloni, striscioni, gente, gente, tanta gente. 

Mentre mi facevo avanti tra un gruppo e l’altro, tra una persona e l’altra, piano, piano, piano… mentre mi facevo avanti a stento, qualcuno annunciava dal palco che eravamo due milioni e che altri stavano ancora arrivando.

Ricordo le mani, gli applausi, le voci, l’entusiasmo e poi la fine, la faccia di Walter tutta contenta. Poi le nuvole nere i lampi minacciosi che arrivavano da lontano, forse dalla Cina.

La metro chiusa, la gente in fila ad aspettare con le bandiere ancora a sventolare. Poi ricordo di aver deciso in un secondo: andrò a piedi alla stazione.

Ma in Campidoglio si può bere l’Acqua Marcia?…
ottobre 24, 2008

Devo dormire, perché domani sarà una giornata lunga. Oggi è stata una giornata di quelle che dici: ecco, magari fosse sempre così.

Ho riso tanto, con Marco, con la mia famiglia e ho riso a crepapelle con Stella al telefono.

Vorrei tanto rivederla e forse vorrei anche che tornassero quegli anni incredibili che abbiamo trascorso insieme. Sicuramente vorrei che tornassero quegli anni incredibili.

Mi ha chiamata e mentre mi ricordava episodi e persone, io ero piegata in due dalle risate, i gatti mi guardavano basiti, li vedevo scrutarmi, avrebbero voluto miagolare ma non lo facevano, forse erano preoccupati per me.

Non vi preoccupate piccoli, l’allegria spesso ha radici di malinconia, ma è pur sempre allegria, pensavo.

E insomma, se non smettiamo di sperarci, significa che la fortuna esiste, che i bei tempi possono tornare, che le cose possono cambiare in meglio, che si può tornare dove si è stati felici.

Oppure significa che l’evoluzione umana ha ancora tanta strada da fare, nel senso inverso alle illusioni.

C’è grossa crisi
ottobre 23, 2008

Veltroni non me lo doveva fare, mi ha citato Saint Exupery e io sono andata in brodo di giuggiole. Mi sono quasi commossa, io. Ho cominciato a pensare alla volpe, alla rosa, ai vulcani da pulire e, visto che si parlava di scuola ad annozero, ho iniziato a vedere la faccetta bionda e dolce del piccolo principe sulla faccia di ogni scolaro… persino sulle facce barbute degli universitari fuori corso.

h24
ottobre 22, 2008

Ho camminato tanto, pensato, chiacchierato, saltellato.

Ho preso in giro Marco, lui ha preso in giro me.

Ho chattato con Chiara, ho fantasticato su quanto mi piacerebbe svegliarmi in un altro posto domani, ho detto per l’ennesima volta a mia zia che è in forma, ho scarrozzato mia cugina a fare shopping, ho sudato prendendo a botte un saccone, ho fatto il bucato e l’ho raccolto, ho pensato cosa avrei dipinto e poi non ho dipinto e in fine ho fatto una lunga doccia calda.

Ora, stanca ma presente, me ne sto sotto le coperte a salutare il mondo.

Tra poco chiuderò gli occhi e spegnerò i pensieri.

Magari tornerò su quel sentiero che mi ero messa a percorrere la scorsa notte e che a un certo punto avevo lasciato, più o meno quando dalla cucina ho sentito mia madre imprecare contro il cane.

Domani è un altro giorno, domani ritorno a combattere col treno ma anche questo sacrificio, si sa, può portare sorprese meravigliose… anche se è meglio non crederci troppo.